Arbitro di Rugby

Arbitro Rugby

L’arbitro segna un fuori gioco.

L’arbitro di rugby è invidiato da molti suoi colleghi di altri sport, rispettato dai giocatori e stimato dagli spettatori, rappresenta il simbolo della direzione di gara.
Ma non è sempre stato così facile!
Il primo arbitro della storia del rugby risale al lontano 1896, prima di allora erano i capitani delle rispettive squadra a dirigere il gioco.

La decisione di avere un arbitro fu presa dalla scuola di Marlborough, che decise che a condurre il gioco fossero chiamati due giudici esterni con il rispettivo compito di risolvere ogni controversia regolamentare. La scelta infelice fu quella di scegliere come arbitri, due esterni prescelti dai capitani, quindi non ci furono grandi miglioramenti.

Fu la Rugby Union nel 1874 ad introdurre la figura dell’arbitro, ma solo nel caso che le squadre lo richiedessero. Era un arbitro simbolico assistito da due giudici di linea esterni, quest’ultimi sempre scelti dai capitani.

Solo a partire dal 1880, all’arbitro di rugby, venne assegnato il compito di punire il gioco violento.
Oggi l’arbitro del rugby è l’emblema per tutta la categoria dei direttori di gara a prescindere dal tipo di sport. Non solo, è un vero modello di direzione che molti sport dovrebbero prendere come esempio.

L’arbitro professionista di rugby, durante una partita, è costantemente in contatto con i giudici di linea e la sua voce può essere ascoltata anche dal pubblico.
Nelle gare internazionali può invocare la prova televisiva, anch’essa curata da un arbitro che si trova nella cabina di regia, ma solo nel caso di dubbia segnatura.

dotato di un cartellino giallo per le espulsioni temporanee di 10′ ed uno rosso per l’espulsioni definitive. Parla solo con i capitani e difficilmente viene contestato dagli altri giocatori, in quanto nel gioco del rugby esiste la regola di 10′ minuti di penalizzazione per proteste.

Esiste una vera e propria mimica per segnalare ogni tipo di fallo
Placcaggio alto: l’arbitro muove la mano orizzontalmente davanti al collo.
Uso non ammesso del piede: simula l’azione dello stampini per segnalare l’irregolarità.
Formazione della mischia: piega i gomiti in modo che le dita delle mani si tocchino sopra la testa.
Fuori-gioco: la mano e il braccio si muovono orizzontalmente, all’altezza del torace, in direzione della squadra che ha commesso l’infrazione.
Tenuto: entrambe le mani sono piegate sul torace, come mimare di tenere tra le braccia il pallone.
Meta e meta di punizione: nell’area di meta con le spalle rivolte verso la linea di pallone morto, alza il braccio verticalmente.